Parasceve, il ritorno di Cristo
26 marzo 2016
IMMAGINARE IL GRANDE EVENTO (ovvero affacciarsi nel cuore della veglia pasquale)
“La risurrezione di Cristo è – se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell’evoluzione – la più grande mutazione, il SALTO assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un SALTO in un ordine completamente nuovo. […]La risurrezione fu come un’ESPLOSIONE di luce, un’esplosione dell’amore che sciolse l’intreccio fino ad allora indissolubile del ‘muori e divieni’. Essa inaugurò una nuova dimensione dell’essere, della vita” (Benedetto XVI, 2006).
OLT-REALISMO: questa è la cifra che connota un grande scultore contemporaneo, l’amico Sergio Rodella. Egli in un giorno di grazia ha “immaginato” il SALTO (il soprassalto) di quell’attimo che sta nel cuore della veglia pasquale. E ha intuito che doveva scolpire l’opera nel preziosissimo marmo nero del Belgio, il quale è puro carbonato di calcio così impregnato di idrocarburi fossili da mandare un odore nauseante durante la lavorazione, ma anche di assicurare una lucentezza a specchio all’opera finita.
Il marmo nero evoca potentemente la “kènosi”: l’estremo abbassamento di un Dio che non teme di sprofondare nell’abisso della morte: il rigor mortis è evidente; i capelli grigi, come incanutiti per l’indicibile dolore; sotto i piedi un fiotto di sangue raggrumato a forma di cuore attesta il recente supplizio. Ma in quell’attimo nei muscoli e nelle vene ESPLODE la vita. Gli occhi sono aperti, i bulbi bianchissimi; e l’iride incastonata in pasta vitrea esprime uno sguardo di una dolcezza dell’altro mondo. Dell’oltre-mondo OLTREALMENTE VIVO in questo mondo.
Roberto Filippetti